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Denosumab nella prevenzione delle fratture in donne in postmenopausa con osteoporosi


Denosumab ( Prolia ) è un anticorpo monoclonale umano contro RANKL ( receptor activator of nuclear factor-kappaB ligand ), che agisce inibendo lo sviluppo e l’attività degli osteoclasti, diminuendo il riassorbimento osseo e aumentando la densità ossea.
Date le sue azioni, Denosumab potrebbe rivelarsi utile nel trattamento dell’osteoporosi.

Un gruppo di Ricercatori statunitensi ha arruolato in uno studio clinico 7.868 donne di età compresa tra 60 e 90 anni con un T score per la densità minerale ossea inferiore a -2.5 ma non inferiore a -4.0 per la colonna lombare o per l’intera anca.

Le pazienti sono state assegnate in maniera casuale a ricevere 60 mg di Denosumab o placebo per via sottocutanea ogni 6 mesi per 36 mesi.

L’endpoint primario erano le nuove fratture vertebrali, mentre quello secondario includeva fratture non-vertebrali e dell’anca.

Rispetto al placebo, Denosumab ( Prolia ) ha ridotto il rischio di nuove fratture vertebrali evidenziate con radiografia con un’incidenza cumulativa di 2.3% nel gruppo Denosumab versus 7.2% nel gruppo placebo ( risk ratio 0.32; P
Denosumab ha ridotto il rischio di fratture dell’anca, con un’incidenza cumulativa di 0.7% nel gruppo Denosumab versus 1.2% nel gruppo placebo ( hazard ratio, HR=0.60; P=0.04 ) con una diminuzione relativa del 40%.

Denosumab ha ridotto il rischio di fratture non-vertebrali con un’incidenza cumulativa di 6.5% nel gruppo Denosumab versus 8.0% nel gruppo placebo ( HR=0.80; P=0.01 ) ed una diminuzione relativa del 20%.

Non sono stati osservati incrementi nel rischio di cancro, infezioni, malattie cardiovascolari ritardo nella guarigione delle fratture o ipocalcemia e non si sono verificati casi di osteonecrosi della mandibola e di reazioni avverse all’iniezione di Denosumab.
In conclusione, Denosumab somministrato per via sottocutanea due volte all’anno per 36 mesi è associato a una riduzione del rischio di fratture vertebrali, non-vertebrali e dell’anca in donne con osteoporosi. ( Xagena2009 )

Cummings SR et al, N Engl J Med 2009; 361: 756-765


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